sabato 6 febbraio 2010

REGIONE:
SI AL NUCLEARE, MA A CASA DEGLI ALTRI!!
Sembra un ricordo ormai lontano il disastro di Chernobyl, quando nell’aprile 1986, esplose un reattore della centrale termonucleare “Lenin”. Oltre ad un alto numero di vittime, dopo l’incidente si è verificato un importante aumento dei casi di tumore, soprattutto nei bambini. La tragedia ha inoltre determinato un consistente incremento della radioattività in tutto il continente, anche nella nostra regione. Non ci si ricorda più nemmeno il referendum abrogativo del 1987, dove a larga maggioranza il popolo italiano prese le distanze dal nucleare. Il 27 gennaio 2010 la conferenza delle Regioni tenutasi a Roma ha detto NO al piano nucleare del Governo. Unici contrari: Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia che esprimono parere favorevole. La giunta Tondo dice di si a Roma e a livello locale si smentisce. Infatti, l’assessore regionale all’energia Sandra Savino allontana l’ipotesi alimentata da alcune indiscrezioni - non confermate - che una delle centrali nucleari sia realizzata in regione: «Il nostro territorio è piccolo - ha detto - e non possiamo pensare di caricarlo di mille impianti». Tutt’altro ragionamento è stato fatto per la centrale di Krsko che si trova a circa 100 km da Trieste. Secondo l’assessore è giunta l’ora di coinvolgere anche la Croazia per arrivare a un accordo sulla partecipazione italiana al raddoppio della centrale slovena. In Italia no, ma in Slovenia sì, come se la pericolosità delle centrali venisse a meno a seconda che queste si trovino in uno stato piuttosto che in un altro. Le fonti di energia rinnovabili oltre a essere più sicure sono anche più efficaci e immediate. Allora perché non investire su queste??