venerdì 16 dicembre 2011

FRANCESCHINI: FIDUCIA ALLA MANOVRA ...

mercoledì 30 novembre 2011

L'EUROPA, L'ITALIA, IL PD E  IL DOMANI

Intervista al Segretario Bersani
Parigi incalza il governo Monti sulla manovra e nello stesso tempo lancia un patto Francia-Germania-Italia per rafforzare la disciplina di bilancio. Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, si va verso un'Europa a due velocità?
«Se si parla di modificare i trattati per rendere più coerente il patto a 17 (i Paesi della zona euro), va bene. Tuttavia, intanto che si prepara una riforma dei trattati noi rischiamo la pelle. Stiamo vivendo una contraddizione micidiale: mentre discutiamo giustamente di una necessaria disciplina dei bilanci dei singoli Paesi, noi non abbiamo una garanzia collettiva a tutela dell'euro. Questo è il punto irrisolto. Deve essere affrontato con assoluta urgenza, lavorando (anche dentro gli statuti attuali) per un ruolo della Banca centrale europea triangolato o con il Fondo monetario. soluzione non gradevolissima, o con la trasformazione del Fondo Salva Stati in una banca. Ma quale che sia la tecnica, se stiamo solo alla disciplina di bilancio rischiamo di arrivarci morti».
C'è chi denuncia l'egoismo di Francia e Germania. Lei ha qualche rimprovero da fare a Sarkozy e Merkel?
«Purtroppo si è coltivata nelle opinioni pubbliche europee, in particolare sotto la spinta politico-elettorale della destra, l'idea che uno si salva da solo e che c'è una distinzione tra virtù e vizi, per cui i vizi sono sempre quelli dell'altro. Tutto ciò, unito a un certo lassismo in diversi Paesi, ha provocato una miscela esplosiva che ha portato il sistema all'impotenza. Manca lo scatto di orgoglio europeo. Se ci fosse, in poco tempo la fiducia tornerebbe. Ma non vedo nell'immediato la possibilità di accelerare. Aspettiamo il precipizio e forse questo scatto arriverà».
In Italia c'è un nuovo governo e qualche critica a Monti è già arrivata, soprattutto sui tempi di azione di fronte alla crisi.
«Il Pd sarebbe l'unico partito a poter tirare per la giacca Monti perché siamo i soli che dicono da tre anni che il Paese va incontro a guai seri. Tanti di coloro che adesso si agitano negli anni in cui si dormiva non hanno suonato la sveglia. lo sono per dare tempo a un governo che si insedia, dopodiché i provvedimenti hanno una loro urgenza e devono essere incisivi. E non credo che le sollecitazioni che arrivano siano disinteressate. Quando sento dire che non basta Monti per risolvere la questione dello spread, vedo un segno di irresponsabilità. Di chi non ha capito quanto grave sia il problema».
Ma quali sono le ricette per risolvere il problema? Si parla di Ici, ha, meno tasse sul lavoro. E la patrimoniale?
«Il quadro è segnato dalla necessità di consolidare la manovra per il pareggio di bilancio. L'operazione da fare deve essere caratterizzata dall'equità e tener conto che è già un mese o due che siamo in recessione. Quindi serve una manovra che abbia il minimo impatto recessivo. Noi portiamo le nostre proposte: le risorse vanno cercate là dove c'è stato meno disturbo e quindi pensiamo a un'imposta suigrandi patrimoni immobiliari: un'azione credibile sul lato dell'evasione fiscale: siamo molto prudenti, invece, su provvedimenti che riguardino l'Iva perché l'Italia è un Paese in cui l'effetto inflazionistico, anche quello di una piccola mossa sull'Iva, è rilevantissimo. Lavoriamo poi a un pacchetto di proposte che riguardino da un lato risparmi sulla pubblica amministrazione e dall'altro le liberalizzazioni. Riteniamo inoltre che per dare un minimo di sostegno alle attività in senso anti-recessivo bisogna lavorare sull'immediata partenza di piccole opere pubbliche e private, e dunque pensiamo a una limitata deroga al piano di stabilità dei Comuni».
L'impostazione data da Elsa Fornero al dibattito sulla riforma delle pensioni va nella strada giusta?
«La ministra ha mostrato grande competenza e serietà. E' positivo che parli di equità perché non possono esserci dentro il sistema previdenziale situazioni di privilegio o di mancato rapporto tra versamenti e prestazioni. E vale per tutti, a cominciare dalla politica e dai vitalizi dei parlamentari. Ha ragioneFornero, si tratta di una riforma da accelerare più che da rifondare. A noi interessa che dentro il sistema del welfare quel che si risparmia venga orientato non a chiudere dei buchi di bilancio, ma a dare una prospettiva alle nuove generazioni».
Lavoro e welfare. L'accordo tra Fiat e sindacati a Termini Imerese è un buon risultato?
«E' una bella novità rispetto al recente passato. C'è qualcuno che chiama i protagonisti e vede di trovare una soluzione. Bene ha fatto Foniero, nei giorni scorsi, a richiamare Fiat a chiarire meglio qual è il suo impegno nazionale. Mi auguro che il governo sia finalmente in condizione di chiamare il Lingotto a discutere del piano industriale».
Berlusconi apre la campagna elettorale. Un Pdl che oscilla tra appoggio a Monti e attacchi a Monti è un pericolo per la tenuta del governo?
«Certo non è una medicina, Ma l'asse fondamentale del mio partito è l'Italia, e dunque mi rifiuto di mettere nel mirino Berlusconi. Dica quel che vuole, se ritiene che sia il momento di cominciare la campagna elettorale, è un lavoro che farà da solo. Io non lo faccio. Punto e basta».
Casini sostiene che sull'appoggio a Monti si ridefiniscono le alleanze future. I vostri alleati Di Pietro e Vendola sono piuttosto critici. La foto di Vasto esiste ancora?
«Vorrei dire che tutti hanno guardato la foto di Vasto, ma nessuno ha ascoltato il sonoro. Io ho parlato di alleanza dei moderati e dei progressisti. Certamente il passaggio Monti non è irrilevante per le prospettive politiche. Non c'è un tavolo di maggioranza, noi andiamo quando Monti chiama, ma questa fase dà anche la misura del senso di responsabilità verso il Paese che ognuno si prende. Il mio orizzonte resta una alleanza di legislatura tra moderati e progressisti per una decina di riforme sulla democrazia e sul sociale. Perché non basterà la transizione. Dopo gli ultimi 15 anni bisogna riformulare una prospettiva per il Paese. Io vedo positivamente quel che dice Casini, ma non posso ignorare le posizioni diVendola, che non ostacolano affatto un passaggio delicato come questo. Anche io misurerò tutti quanti dall'assunzione di responsabilità che ci sarà. Chi vuol salvarsi da solo sbaglia strada».
Il Pd ha qualche problema interno, con i Liberal che hanno chiesto le dimissioni del responsabile economico Fassina.
«C'è uno sport nel descrivere sempre il Pd come imbarazzato e diviso, senza accettare il fatto che noi discutiamo all'aria aperta. Però dico questo: si leggono le posizioni di Fassina (più che di Fassina sono le posizioni deliberate dalle nostre assemblee) come tesi di una sinistra impotabile, mentre si tratta di idee liberali discusse ovunque: il fatto che le sole misure di rigore e di austerità non accompagnate da politiche di equità e di crescita ci portino contro un muro, è teoria condivisa da tutti il mondo. Noi non facciamo una politica laburista, ma sociale e liberale».
Due temi nell'agenda del Parlamento. Torna attuale la riforma elettorale e voi Manciate la legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia. Ce la farete?
«La riforma elettorale è importantissima. C'è la possibilità di lavorare a una legge che preservi il bipolarisino e che metta fine alla nomina dei parlamentari. Quanto alla cittadinanza, il tema è anche politico. La Lega è all'opposizione? Benissimo, vogliamo ancora farci ricattare dal Carroccio? No. basta. Adesso andiamo in Europa non solo con gli spread ma anche con qualche minimo segno di civiltà. Per me questo è un punto abbastanza dirimente».

venerdì 18 novembre 2011

FIDUCIA AL NUOVO GOVERNO MONTI



giovedì 6 ottobre 2011


ricostruzione  5 novembre


IL CIRCOLO DEL PARTITO DEMOCRATICO DELL'ALTOPIANO DI LAUCO CI SARA'!!!

SE VOLETE VENIRE CON NOI SCRIVETE A 
pd.altopianolauco@gmail.com

giovedì 18 agosto 2011



Clicca qui per vedere il programma della festa

venerdì 5 agosto 2011

BERSANI: 5 PUNTI DA CUI RIPARTIRE
La lettera al Sole 24 Ore

Gentile direttore,
il mondo intero sta attraversando una crisi grave. Sono coinvolti gli Usa, l'Europa e anche i nuovi Paesi industrializzati. Non possiamo dimenticare tuttavia che noi abbiamo problemi strutturali con i quali l'Italia non fa' i conti ormai da tempo.

Partiamo da un punto di analisi, finalmente dopo tre anni! Il nostro problema non è solo di conti pubblici. Il nostro problema è nell'economia reale: recuperare produttività e crescita, rimontare una contrazione del Pil senza paragoni nella storia economica del Paese e senza paragoni in Europa, leggere fino in fondo il significato strutturale dell'andamento della bilancia commerciale.

Da lì si parte con le cose da fare. Per noi, ci sono cinque cose da fare prima di ogni altra.

1. Riforma della Pubblica amministrazione con obiettivi di semplificazione, di risparmio, di efficienza su un arco di temi che va dalle istituzioni alle strutture amministrative, alle autorizzazioni, alle società pubbliche fino alla giustizia civile, passando per i costi della politica.

2.Riforma fiscale con obiettivi stringenti di recupero dell'evasione e di spostamento del carico dalla produzione alla rendita.

3. Liberalizzazioni, con una dozzina di misure capaci di tagliare incrostazioni e favorire lo sviluppo delle attività economiche.

4. Politiche industriali orientate alle reti, alla tecnologia e alla ricerca, all'efficienza energetica, alla dimensione d'impresa, indirizzandole in particolare alle risorse potenziali del Sud.

5. Correzione della manovra economica, fermo il vincolo del pareggio, riducendo iniquità e spinta recessiva, riselezionando sia i tagli di spesa sia il carico fiscale con misure immediate di anticipazione della riforma del fisco, con opportune dismissioni e con ragionevoli interventi sul patto di stabilità e sui pagamenti.

Sui primi quattro punti il Partito democratico ha idee e proposte specifiche da confrontare con chiunque fosse interessato sul serio a discutere.
Sul quinto punto stiamo lavorando.

Le principali cose da fare, come si vede, richiedono tempo, credibilità e un clima di convinto sforzo comune. Lo ripeto: al di là di qualche intervento-tampone o tattico (controllo del fabbisogno che pagheremo l'anno prossimo! interventi sul mercato per provare a sostenere i titoli e poco altro) tutto quello che si può fare richiede tempo e credibilità.

Da dove possono venire dunque tempo e credibilità se non da una visibile svolta politica, cioè da una discontinuità che non venga percepita come gattopardesca? Se per salvare l'Italia bastasse attaccare la nostra ruota al carro di oggi, lo faremmo. Pensiamo che non sia così.

È questo il senso della nostra richiesta di un cambiamento di Governo. Non lo chiediamo certo per gli interessi nostri! Lo chiediamo cercando di guardare le cose con gli stessi occhi di chi ci guarda in Italia e nel mondo. Se c'è un gesto. di consapevolezza di chi governa, se c'è un passo indietro, noi siamo pronti a prenderci la responsabilità di uno sforzo comune. Chi pensa (per conformismo politico o egoismo sociale o nell'illusione chela stabilità coincida con la palude) che si possa andare avanti così fino al 2013, Si carica di una drammatica responsabilità. Piuttosto di questa illusione, sarebbe meglio il voto anticipato come impegno a una ripartenza su basi nuove, programmi nuovi e nuove energie. Questo è il nostro giudizio essendo in ogni caso pronti a portare nella sede parlamentare le nostre proposte oltre che nel confronto con le parti sociali. Siamo sempre pronti ad inchinare al tricolore la nostra bandiera.

Non è obbligatorio condividere questo nostro giudizio.

Si chiede tuttavia anche ai nostri avversari o ai nostri antipatizzanti di prenderne buona nota, a futura memoria, così come si sarebbe dovuto fare delle tante cose inascoltate che abbiamo detto in questi anni.

giovedì 2 giugno 2011

cartolina referendum 2011

martedì 31 maggio 2011

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2011:
IL VENTO E' CAMBIATO!!

Ecco alcuni dati complessivi delle elezioni amministrative sui quali riflettere per capire che cosa è accaduto.

Al centrosinistra vanno 66 città sopra i 15 mila abitanti. Nel 2006, il punto più alto toccato fino a ieri, furono 55.
Tra sindaci di città capoluogo e presidenti di provincia il centrosinistra ne conquista 29: Di questi 29, 24 erano candidati diretti del Pd.

Secondo turno città capoluogo
vince il centrosinistra 9 a 3
Città capoluogo vinte in ballottaggio con candidati di centrosinistra 9:
Novara, Milano, Grosseto, Cagliari, Trieste, Pordenone, Rimini, Napoli, Crotone.
Città capoluogo vinte dal centrodestra 3: Varese, Cosenza, Rovigo.

Secondo turno province
vince il centrosinistra 4 a 2
Province vinte in ballottaggio con candidati centrosinistra 4:
Pavia, Mantova, Trieste, Macerata.
Province vinte dal centrodestra 2: Vercelli, Reggio Calabria.

Primo turno province
vince il centrosinistra 3 a 2
Province vinte dal centrosinistra: Lucca, Gorizia, Ravenna.
Province vinte dal centrodestra: Campobasso e Treviso.

Primo turno città capoluogo
vince il centrosinistra 13 a 5
Città capoluogo vinte dal centrosinistra: Torino, Bologna, Olbia, Fermo, Savona, Villacidro,
Carbonia, Ravenna, Siena, Arezzo, Barletta, Benevento, Salerno.
Città capoluogo vinte dal centrodestra Latina, Caserta, Catanzaro, Iglesias e Reggio Calabria.

Insomma, su 5.700.000 abitanti circa, prima noi ne amministravamo 3,5 milioni e loro 2,2. Ora il centrosinistra passa a poco più di 5 milioni e il centrodestra a poco meno di 700 mila.

martedì 26 aprile 2011

Domenica 1° maggio 2011 alle ore 10,00
presso la Casa del Popolo di Lauco
Dibattito su:
Articolo 1: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro…?

Saluto di Gelindo De Campo, Presidente della Casa del popolo di Lauco

Introduce:
Alessio Cimenti, Segretario PD Altopiano di Lauco

Intervengono:
Anna Zilli, assegnista di ricerca in Diritto del lavoro all’Università di Udine
Il lavoro, un diritto costituzionalmente garantito
Gino Dorigo, esperto di storia del movimento operaio
Il lavoro in Friuli tra passato e futuro
Gianpaolo Roccasalva, Segretario regionale FIOM CGIL
Il lavoro oggi: le nuove sfide per il Friuli e la Carnia

Conclude:
Sandro Della Mea, consigliere regionale PD
Le politiche per il lavoro. La proposta del PD

Moderatore dell’incontro: Francesco Brollo, direttore del quotidiano telematico on-line www.Carnia.La

al termine del convegno ci recheremo tutti in Porteal per i tradizionali
festeggiamenti organizzati dalla società Casa del Popolo

lunedì 25 aprile 2011

FESTA DELLA LIBERAZIONE:
IL DISCORSO DI HONSELL

sabato 2 aprile 2011

QUELLA CENTRALE E' PERICOLOSA!!
"La centrale di Krsko è già ora una delle più pericolose in Europa, essendo stata costruita in un'area sismica. Non sarebbe in grado di resistere a un terremoto superiore al 6 grado della scala Richter".
Lo dice Greenaction Transnational, un' associazione di ambientalisti italiani, sloveni, croati e dell'Est Europa.
L'impianto è in funzione dal 1983. Nel 2000 vennero installati nuovi reattori, ma nel 2008 si verificò una perdita nel sistema di refrigerazione primario del reattore, che fece attivare la procedura di spegnimento dell'impianto. Non fu riscontrata fuga radioattiva ma, secondo esperti di enti nazionali dell'Unione europea, tra cui l'Agenzia di sicurezza nucleare francese, l'incidente fu comunicato in forma errata e la Slovenia rifiutò la richiesta di ispezione da parte europea.
Renzo Tondo, anche dopo il disastro in Giappone, vuole che la Regione entri in società con gli sloveni per la costruzione del nuovo reattore, in modo da garantirsi energia e sicurezza (?).
Intanto proprio nei giorni scorsi, la centrale di Krsko è stata fermata e riavviata per problemi legati all'elettrodotto...

venerdì 18 marzo 2011

NUCLEARE: LA LETTERA DI CELENTANO

giovedì 17 marzo 2011

BUON COMPLEANNO ITALIA !!

mercoledì 23 febbraio 2011

TREMANO INSIEME


Sono due ossi duri e si somigliano nell’alta concezione che hanno di sè e nella spregiudicatezza con cui gestiscono il potere. Tra gli errori più vistosi della politica estera italiana c’è stato quello di delegare al colonnello Gheddafi un incarico di filtro all’immigrazione dall’Africa che ne ingigantiva il potenziale ricattatorio e ne assolveva le violazioni dei diritti civili. Oggi traballano insieme, ma sono due ossi duri. Anche Gheddafi, come Berlusconi, ha risorse finanziarie sufficienti a corrompere e in più detiene gli strumenti operativi per esercitare una ferocia repressiva che per fortuna sulla sponda Nord del Mediterraneo è impensabile. I libici sono meno numerosi dei tunisini e degli egiziani; hanno un reddito pro capite più elevato e subiscono un controllo sociale capillare. Ma la spinta di libertà è formidabile, il tempo s’avvicina e riempie di speranza anche noi.

Gad Lerner

domenica 23 gennaio 2011


RISPETTO PER LE DONNE!!

Ecco il testo della lettera aperta che le donne della Segreteria del Pd hanno scritto al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Presidente, 
ora basta. Si dimetta adesso. Liberi l’Italia dall’imbarazzo. 
Lo spettacolo indecoroso che sta offrendo al mondo intero non è degno di un Paese civile.
Ciò a cui stiamo assistendo supera ogni limite, in un decadimento dei costumi e dell'etica pubblica, a cui pure ci aveva tristemente abituato, che oggi precipita all’estremo della prostituzione minorile.
E’ intollerabile che i suoi comportamenti la espongano all’accusa di essere il diretto protagonista ed impresario del set degradante che ci ha già propinato in decenni di trash televisivo.

Ed altrettanto intollerabile è che proprio lei, che a parole sbandiera il primato del merito e della famiglia, nei fatti cerchi solo un patetico acquisto di favori sessuali, riducendo le donne a merce e oggetto di scambio.

Le donne di questo Paese sono altro: sono talento, lavoro, impegno, fatica, bellezza, cuore, passione, dignità e serietà.
In nome della nostra dignità e serietà, esigiamo rispetto.

Ora basta. Si dimetta. Liberi l’Italia da questo imbarazzo.

Clicca qui e firma l'appello

mercoledì 19 gennaio 2011


MIRAFIORI: IL 54% DICE SI ALL'ACCORDO
A Mirafiori vince il sì.  Ecco i risultati finali e definitivi: favorevoli all'accordo  il 54%, contrari il 46%. Altissima l'adesione al referendum, ha votato il 94,6% (circa 5.139 persone) degli aventi diritto. Attimi di confusione durante lo spoglio, con un diverbio fra rappresentanti del Fismic e della Fiom: uno di questi è stato colto da un malore e soccorso da un' ambulanza.  Decisivo l'apporto degli impiegati, che hanno votato in massa a favore dell'accordo voluto da Marchionne: su 441 voti espressi, 421 l'hanno approvato.
Bersani: "Entro un anno bisogna avere regole nuove per la rappresentanza. Non è possibile che ognuno faccia da sé come irresponsabilmente chiede il governo. Il Pd è pronto, su questo punto dirimente, ad avanzare le sue proposte. Bisogna inoltre avere nei prossimi mesi un quadro chiaro sulle prospettive reali del settore auto in Italia in termini di ricerca, di produzione e di indotto."